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Matiri, missione gennaio-marzo: com'è andata?


L'11 gennaio 2016, un bel gruppo di medici, infermieri e fisioterapisti è partito alla volta di Matiri per recarsi al "nostro" ospedale, il St. Orsola. Il gruppo è tornato a casa solo qualche giorno fa, il 20 marzo. Molti sono stati i volontari, alcuni si sono trattenuti per tutti e tre i mesi, altri si sono avvicendati, portando la loro professionalità e un importante ricircolo di energie sempre nuove ed entusiasmo.



Alla partenza, il gruppo era composto da: Antonia Ferrari, la presidentessa dell'associazione Un ospedale per Tharaka di Ferrara, Luigi Prosperi, ortopedico e coordinatore dei volontari e delle missioni, non che perno degli amici di Matiri, Daniele Pungenti, ginecologo, Marta Giacometti, Marta Orlando, Giorgia Dal Pozzo, Elena Arabella Tonon e Ilaria Gandolfi, infermiere, Francesca Zucchini, neo laureata in medicina, Simone Zanatta e Jacopo Lonzino, fisioterapisti.
Altri, ovviamente, si sono aggiunti in seguito e hanno raggiunto Antonia e Gigi a Martiri.

La missione è stata un vero successo, sotto più punti di vista. Oltre a riportare il St. Orsola ad essere l'eccellente presidio medico di un tempo, si sono riallacciate le preziose collaborazioni sul territorio, con il comitato locale e con le autorità della regione. A gennaio, infatti, Antonia, Luigi  e Daniele hanno incontrato la ministra della sanità del Tharaka ed il governatore della regione che hanno confermato le loro intenzioni di sostenere l'ospedale.




A Matiri, il gruppo ha rivoltato l'ospedale, eliminando le vecchie attrezzature ormai in disuso, obsolete, guaste, rinnovando in particolare la sala operatoria, dove è stata installata l'aria condizionata, e la pediatria, grazie alle opere di manutenzione straordinaria degli alpini dell'AVI di Montebelluna.

«Non so come non so perché ma dopo 20 giorni siamo di nuovo nel mondo, cioè abbiamo connessione. In questi giorni il caldo, il vero caldo, 33/35 gradi all'ombra, non ci ha mai lasciato, gli unici momenti umani erano la sera e la sala operatoria dove l'unico condizionatore di tutto l'ospedale ha fatto il suo fondamentale dovere. Il lavoro partito lentamente è cresciuto molto e non solo in senso sanitario. Infatti, oltre alla normale attività di ambulatorio, sala operatoria e fisioterapia, il 18 febbraio sono arrivati da Montebelluna Nazareno e Magda, i nostri manutentori, che si sono impegnati in idraulica, elettricità e falegnameria per sistemare e ripristinare, in ospedale e nella guest house, i danni del tempo e dell'incuria. Purtroppo il loro impegno è finito, domani rientrano in italia. Grazie AVI!» racconta Gigi, i primi di marzo.

Sono proseguite le attività ospedaliere e di supporto, con l'arrivo di altri volontari: «l'8 marzo oltre a festeggiare le nostre donne abbiamo festeggiato il ritorno di Daniele e Francesca accompagnati da Elisa, fisioterapista. Abbiamo così riempito anche le panche davanti l'ambulatorio di ginecologia. Per la settimana prossima, tra ortopedia e ginecologia, abbiamo 11 interventi programmati. In tal modo possiamo dire che questa nostra lunga missione, in questo piccolo ospedale rurale, si concluda con mille difficoltà ma con una importate e lunga lista di attività.» scrive ancora Gigi da Matiri.












Domenica 20 marzo, lasciando Matiri per Nairobi, si è conclusa la lunga Missione presso il St. Orsola Hospital, organizzata dalle Associazioni "Un Ospedale per il Tharaka" ed “AVI- Associazione Volontariato Insieme”. È stata la più lunga e con la più numerosa partecipazione di volontari degli ultimi 5 anni.
Alla Missione hanno partecipato 15 volontari, Antonia, presidente dell’AssociazioneUn Ospedale per Tharaka”, Gigi, Daniele e Francesca, medici, Ilaria, Giorgia, Marta 1, Marta 2 e Roberto, infermieri, Jacopo, Simone ed Elisa, fisioterapisti, Nazareno, Magda ed Elena, manutentori.
La Missione è stata importante ed estremamente proficua e positiva, perché il numero e la professionalità dei volontari ha permesso di intervenire non solamente su piano sanitario. Mentre Elena ridipingeva tutta la Pediatria, Nazareno e Magda hanno ripristinato mobili, bagni, impianti elettrici, rovinati dal tempo e l’incuria, in tutto l’ospedale, dalla sala operatoria alla guest house. L'ospedale continua a trovarsi in grande difficoltà, soprattutto sul piano tecnologico, ma grazie all’impegno della Diocesi di Meru, del Governo del Tharaka Nithi e naturalmente delle Associazioni, ha presentato un notevole salto di qualità, impensabile lo scorso anno, riuscendo a riprendersi quel ruolo di erogatore di prestazioni sanitarie che aveva perso. Naturalmente il successo della missione è il risultato dell’impegno di tutti, i volontari e coloro che in Italia continuano a sostenere questo progetto. Grazie “AVI”, grazie "Un Ospedale per il Tharaka", grazie “Amici di Matiri”.

«Io credo che l'Africa sia una malattia psichiatrica, di quelle bipolari. Con grande rapidità si passa dalla tristezza, sconforto e demoralizzazione alla gioia e felicità. La nostra serotonina sono coloro che possiamo aiutare, quando si abbassano sei depresso quando aumentato sei euforico. Ieri abbiamo lavorato tanto che praticamente non siamo riusciti a pranzare. L'ospedale era pieno e correvamo tra ambulatorio, reparto, delivery, sala operatoria e theatre, ma alla fine tutto è andato come volevamo che andasse, alla sera eravamo stanchi ma felici.». Grazie anche a te, Gigi ^_^



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