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Tharaka Nithi - Matiri

Il Tharaka

La contea di Tharaka-Nithi si trova nella regione orientale del Kenya, e occupa un'area di 2.409,50kmq con una popolazione di circa 130.000 abitanti, comprendente diversi gruppi etnici, tutti provenienti dal ceppo Bantu. Il popolo Meru proviene dalla costa, vicino a Malindi, da dove verso il 1300 sarebbe stato scacciato da un’invasione di Somali. I fuggiaschi trovarono riparo verso nord nell’insenatura del Tana River, e via via occuparono tutta la zona libera verso nord – est.
Il confine del Tharaka è segnato da un lato da colline e dall’altro dal fiume Tana, il più grande del Kenya.
L'altitudine della contea va da 600 m sul livello del mare, in pianura, a 5.200 m sul monte. Kenya. Kathwana è la sua capitale e la città più grande, anche se sempre di villaggi nella savana si tratta.
Esistono due stagioni delle piogge: le piccole piogge da ottobre a dicembre e le grandi piogge, da marzo a maggio, con precipitazioni che vanno dai 500 mm nella regione di Tharaka ai 2.200 mm nella foresta del Monte Kenya.
Le temperature oscillano tra i 14° e i 30°C nelle zone di montagna, mentre quelle di pianura variano tra 22°C e 36°C, con picchi fino a 40°C a febbraio, il mese più caldo.
La gente del Tharaka vive di pastorizia e agricoltura. Miglio e granturco sono le principali colture, ma la scarsità di piogge non consente coltivazioni più redditizie, tranne la miraa (khat), una pianta venduta legalmente, il cui principale principio attivo, il catinone, produce effetti simili all'amfetamina.
La contea di Tharaka-Nithi si divide in 8 sub-contee (divisioni): Tharaka South, Tharaka North, Chuka, Maara, Igambangombe e Muthambi.

Il Tharaka è riconosciuto come una delle zone più povere del Kenya per i seguenti fattori:
  • La mancanza d’acqua: è il problema fondamentale, anche se la presenza del Tana, e di altri quattro corsi minori, offre la speranza di un possibile futuro loro sfruttamento per usi irrigui.
  • L’aridità del suolo: trattasi di savana, a basso potenziale agricolo. Zone più fertili si incontrano soltanto lungo le anse dei fiumi sui pendii delle colline. I principali prodotti ricavabili sono il miglio, il sorgo, la papaia, il mango e due tipi di legumi. Il granoturco cresce solo in piccole aree. 
  • Quanto al bestiame, solo capre e mucche riescono a sopravvivere. Le api, con la relativa produzione di miele, sono una delle poche risorse alimentari ed energetiche.
  • L’insufficiente assistenza sanitaria: a parte l’Ospedale di St. Orsola, essa attualmente si basa soltanto sui dispensari delle missioni e su due Healt Center governativi. Sono presenti tutte le più comuni patologie tropicali (malaria, TBC, parassitosi, lebbra, tracoma HIV) oltre a un alto tasso di alcolismo.
  • Disoccupazione: a parte l’agricoltura di sussistenza, curata soprattutto dalle donne, l’area è afflitta da un altissimo tasso di disoccupazione: solo lo 0,5% della popolazione ha un lavoro fisso.

Matiri

Matiri

Matiri si trova 200 km a Nord di Nairobi, a 600 m di altezza, sulle colline del sud Tharaka, nel Distretto di Meru, nel mezzo del niente riarso dal sole e dalla scarsità delle piogge.
Appena sotto l’Equatore, Matiri consiste in un numero indefinibile di capanne abbastanza distanti fra loro e sparse in mezzo alla abbondante vegetazione di un ambiente a metà fra savana e foresta equatoriale.
La popolazione è molto povera, vive dei prodotti di una terra abbastanza fertile, ma avara e nemica nei mesi della siccità che recentemente sembrano incombere più lunghi e minacciosi, quasi dimentichi di quella che sino a tempi non lontani era una cadenza abbastanza regolare e prevedibile.
Fino alla costruzione dell’Ospedale St. Orsola la zona era, nei fatti, priva di presidio sanitario e la soluzione dei problemi legati alla salute era affidata allo stregone del luogo. La Missione si adoperava per supplire almeno parzialmente tale lacuna con un punto di assistenza ostetrica per partorienti, gestito da competenze infermieristiche e non mediche.
È importante considerare quanto la presenza dell'ospedale abbia concorso a incrementare la qualità della vita degli abitanti del Tharaka. Oltre a vedersi garantito un importantissimo presidio per la salute, la popolazione può contare sull’acqua potabile erogata anche per il villaggio dal moderno impianto che si rifornisce alle acque del fiume Mutonga, precedentemente fonte diretta e unica di rifornimento idrico.
Non è irrilevante constatare che il lavoro intrapreso per promuovere il progressivo coinvolgimento della popolazione del luogo nell’attività dell’ospedale ha portato i suoi frutti: in un paio di anni si `e rafforzata sensibilmente la presenza di personale medico locale, mentre i paramedici in servizio stabile sono ormai tutti del luogo. È anche decisamente apprezzabile che in questo modo l’ospedale divenga non solo luogo di trasferimento di competenze, ma di integrazione delle stesse, di produzione di un importante e ricco capitale sociale, finalizzato a rendere concretamente esigibili i diritti alla salute e alla piena dignità delle persone.