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Matiri, missione 3 luglio - 19 agosto: com'è andata?


Il 19 Agosto, dopo 48 giorni, con il ritorno a casa degli ultimi 5 volontari (Antonia, Daniele, Carlotta, Martina e il sottoscritto) è terminata la missione presso il St. Orsola Hospital di Matiri in Kenya, iniziata il 3 luglio. Alla Missione hanno partecipato 10 Volontari, infatti il 19 Luglio al ritorno in Italia di Anna sono arrivate Giulia, Tania, Lucrezia e Letizia che sono state con noi sino al 3 Agosto quando sono arrivati Carlotta, Martina e Daniele.

La missione era iniziata con buoni propositi ma grandi preoccupazioni per lo stato dell'Ospedale, infatti nella precedente missione a dicembre 2014, trovammo l'ospedale praticamente chiuso senza medici e pazienti. 


Sapevamo già che il Governatore del Tharaka Nithi, in considerazione della realtà locale e della necessità di avere nel distretto un presidio Sanitario, ci aveva chiesto ufficialmente di supportare il St. Orsola e, a dimostrazione della loro buona volontà per aiutarci a rimettere in piedi l'ospedale, era già intervenuto facendosi carico di1 medico - 2 Clinical Officier - 4 Nurses
    La speranza di rivedere un ospedale vivo era molto forte. Infatti così è stato : il St. Orsola Hospital stava resuscitando.
    Anche la Diocesi, probabilmente sollecitata dal Governo del Tharaka e dal nostro arrivo aveva rinnovato tutto lo staff dirigenziale con 4 persone: 1 Direttore - 1 Economo - 2 Sisters


      IL RACCONTO DI LUIGI PROSPERI

      Il 3 Luglio partiamo in 4: Antonia, presidente dell'ONLUS "Un ospedale per Tharaka", Nicoletta, fisioterapista, Anna, psicologa,  e naturalmente il sottoscritto, Luigi, chirurgo ortopedico.
      All’arrivo a Nairobi ci aspetta Joseck, il fidatissimo driver dell’ospedale, che ci porta a Matiri dopo il solito passaggio al Nakumatt per il rifornimento tecnico-alimentare.
      In Ospedale, alla Tamarindo House, ci stanno aspettando tutti: Padre Emilio Njeru, il direttore, l’economo Henry, le Sisters Florida, la matron, e Stella, responsabile della logistica, la dottoressa Milka Kirera ed altri dipendenti dell’ospedale.
      Festa ed abbracci. Domani iniziamo ogni attività.
      Ma è il fine settima, quindi non è l’attività assistenziale ad impegnarci, l’OPD (Out Patients Department) Ortopedico-Riabilitativo inizierà lunedì 6 luglio, per cui il weekend è dedicato, con Padre Emilio, all’attività di conoscenza ed analisi dell’attuale situazione organizzativa, gestionale, economica dell’ospedale.
      La situazione è ancora preoccupante ma in netto e visibile miglioramento rispetto a dicembre 2014, quando l’ospedale era al collasso: allora, c’erano 4 ricoverati, la SO era chiusa da mesi, il personale ridotto a poche persone, senza direttore, medici, anestesista, radiologo, con un solo Clinical Officer...
      Grazie alla Diocesi ed al Governo, con la nuova direzione e l’incremento di personale sanitario l’Ospedale, anche se ancora in gravi difficoltà, è aperto ed ha ripreso ad erogare i servizi di base.

      La presenza del medico, la dottoressa Milka Kirera, garantisce una buona attività ambulatoriale con possibilità di qualche servizio di laboratorio, la distribuzione dei farmaci ed il ricovero in medicina. La sala travaglio è teoricamente aperta, ma i parti negli ultimi mesi si contano in una mano, soprattutto per la mancanza di un anestesista che permetta i cesarei d'emergenza.
      Anche l’attività di controllo (prevenzione, tramisssione, terapia e follow up) dell’ HIV-AIDS continua, in maniera ridotta, ad essere effettuata.
      La Postnatal Activity o Clinic mobile (controllo della condizioni cliniche, sviluppo e vaccinazioni dei bambini) nei vari villaggi, che era sta interrotta, è ora ripresa.
      Purtroppo, la mancanza del tecnico radiologo ha bloccato la Radiologia e la mancanza dell’anestesista non permette alcuna attività chirurgica e questo rappresenta un grave problema per la nostra attività di volontari, con il rischio di inficiare la missione.
      Ma Padre Emilio si era già attivato in previsione del nostro arrivo, per cui il tecnico di radiologia viene a Matiri due volte alla settimana e, ben più importante, resta con noi , per quasi tutta la nostra presenza, Peter l’anestesista, il "nostro" Peter [l'anestesista del St. Orsola dal 2004 al 2011]! In tal modo, riattiviamo pure il Theatre.


      Naturalmente i problemi e le difficoltà sono ancora molti ed importanti su tutti i versanti: purtroppo le risorse, economiche, tecniche, tecnologiche, strutturali e di personale, sono insufficienti per una idonea e corretta risposta al bisogno di welfare sanitario del Tharaka.
      La situazione economica è difficilissima, anche se l’ingresso di un nuovo partner, il Governo, ha nettamente migliorato la sostenibilità della struttura. Il Governo, infatti, in alcuni incontri, ha apertamente sostenuto e dichiarato l’importanza del St. Orsola nell’area e la precisa volontà di supportare ulteriormente l’Ospedale affinché possa riprendere la sua funzione di presidio sanitario capace di erogare un buon livello quali-quantitativo di prestazioni.

      Il St. Orsola Hospital di Matiri non solo è aperto, ma rincomincia ad erogare quasi tutti i servizi di base, per cui, felici, ci buttamo a testa bassa a supportare questo processo di rinascita...


      Qualche nota e dato sulle attività svolte in quest'ultima missione sembra doveroso, per riconoscenza verso chi ha partecipato attivamente sul campo e chi ha aiutato dall'Italia, con contributi economici ed organizzativi.

      Alla Missione a Matiri hanno partecipato complessivamente 10 Volontari:

      Antonietta Ferrari, Presidente dell’ONLUS “ Un Ospedale per il Tharaka”
      Luigi Prosperi, Ortopedico 
      Nicolella Mirella, Fisioterapista
      Anna Bai,  Psicologa
      Giulia Prosperi, Psicologa
      Letizia Martelli,  Infermiera di Intensive care
      Tania Cimino,  Infermiera di Intensive care
      Lucrezia Pacetti,  Studentessa del 3°anno di Medicina
      Carlotta Martinuzzi, Fisioterapista
      Daniele Pungetti,  Ginecologo
      Martina Sarti, Ostetrica

      Tutti hanno fatto di tutto, soprattutto alla Tamarindo House, ma ognuno ha avuto un suo ruolo e una funzione specifica nei due settori sanitari, medico e chirurgico.
      Antonia è ed ha fatto il presidente, coordinando e gestendo tutto ciò che non era strettamente sanitario.
      Nicoletta ha riaperto l’ambulatorio e la palestra per la riabilitazione, soprattutto neurologica di bambini, attività che è poi proseguita con l’arrivo di Carlotta.
      Luigi ed Anna, con l’aiuto della Dottoressa Milka, hanno allargato l’attività dell’ambulatorio con l’Ortopedia ed alla partenza di Anna sono intervenute Lucrezia, Letizia e Tania.
      Daniele e Martina naturalmente si sono occupati di donne, aprendo l’attività ambulatoriale e chirurgica di Ostetricia e Ginecologia.
      Giulia si è occupata dei bambini del vicino orfanotrofio e nel tempo libero aiutava Nicoletta in palestra con i bimbi.
      Con Lucrezia, Letizia, Tania, Daniele e Martina, abbiamo riattivato il Blocco Operatorio, dalla pulizia al riordino di strumenti, strumentari, presidi necessari all’attività di chirurgia, possibile  solo quando avevamo a disposizione l’anestesista.

      Attività Sanitaria durante la missione
      Accesi all’OPD       
                                        
      Ospedale                 
      287
      Kithatu Dispensary                       
      77
      Totale
      364
      Riabilitazione
      Pazienti visti
      31
      Pazienti trattati
      12
      Trattamenti
      360

      Totale
      403
      Attività chirurgica
      Generale
      8
      Ortopedica
      9
      Ostetrica/Ginecologica
      6
      Totale
      23
      Ricoveri

      43

      Prima di concludere è doveroso fare dei ringraziamenti.
      Grazie a tutti coloro che sostengono ed hanno sostenuto le nostre Associazioni, Un Ospedale per Tharaka di Ferrara e l’ AVI di Montebelluna, permettendoci di recuperare le risorse, non tanto per la missione ma per l’ospedale: farmaci, attrezzature, riparazioni, presidi e tanto altro. Un grazie speciale, quindi, all’AVI ed al suo presidente, Francesco Tartini, che a metà missione, ci ha aiutato in maniera importate a risolvere un problema che da soli non eravamo in grado di sostenere.
      Grazie a tutti volontari, soprattutto i giovani, che hanno partecipato alla missione: sono stati fantastici! 
      Grazie a tutto il personale dell’ospedale: padre Emilio, Henry, Sister Florida e Sister Stella, Milka, Peter, Margaret, Joseck, Shimali, Regina, Martina, James e tanti altri...
      Infine, un grazie anche alla Diocesi di Meru ed al County Governmet of Tharaka Nithi che finalmente hanno capito l’importanza dell’ospedale ed hanno fatto quello che era necessario e doveroso fare per la popolazione del Tharaka.

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